COME PENSA UN ARTISTA
Ciò che realizziamo dipende dal modo in cui pensiamo, ma come disse Heidegger noi pensiamo solo in base alle parole che abbiamo.
I creativi invece sanno pensare anche senza usare le parole. Per questo inventano ciò che gli altri possono solo...usare
Alterare il modo di percezione di una cosa ne trasforma sostanzialmente il significato. Le persone generalmente hanno un solo modo di percepire e lo usano per osservare la natura, per fare l’amore, per gustare un buon piatto, per ascoltare una musica: cioè come se un’orchestra suonasse tutta la sinfonia con uno strumento solo.
Sono i tipi umani definiti freddi, quelli senza poesia, quelli che non conoscono nessuna forma espressiva che non sia la loro parola. Ma l’atto creativo, la genialità, si nutrono di alterazioni di senso, di spostamento di fuoco percettivo, di paradossi, di ossimori, di sinestesie. La sinestesia, l’unione di sfere sensoriali diverse, è la madre di ogni invenzione, ma naturalmente è eccezionalmente lontana dal senso comune, dal buon senso. Si è inventato l’aereo per sinestesia, osservando il volo degli uccelli; si è inventata la lampadina elettrica per sinestesia, osservando le lucciole; si è inventato il radar per sinestesia, studiando il sistema dei pipistrelli. Ognuna di queste (e di altre migliaia) di invenzioni è stata osteggiata, derisa, umiliata, perché lontana dal buon senso. Quello che vogliamo fare è ampliare l’utilizzo degli strumenti della nostra percezione.
Possiamo pensare a un oggetto in 4 modi diversi:
1. “Vedendo” il suo nome scritto da qualche parte nella nostra mente.
Questo è il modo percettivo proprio di alcune persone che non riescono ad “immaginare” le cose a cui pensano, che non riescono a visualizzarle. Negli anni della scuola erano riconosciuti perché imparavano tutto a memoria. Per essi il linguaggio è tutto.
2. Possiamo invece pensare a una mela “visualizzandola” nella nostra mente.
Questo modo percettivo, privilegia le immagini mentali, è il più differenziato perché può contenere infinite variabili come la distanza, il colore, la grandezza, la luce, il contesto sonoro e spaziale. Infatti tu puoi pensare a una mela immaginandola vicina, di un determinato colore, su di un tavolo ecc.
3. Possiamo poi pensare a una mela “vivendola”, sentendola emotivamente e sensorialmente, godendone il profumo, mordendola, accarezzandone la superficie, coinvolgendo cioè tutti e cinque i sensi e le sensazioni associate.
4. Infine possiamo “essere” quella mela,
ovvero sentirci come se fossimo fatti della sua sostanza, come se fossimo talmente piccoli da potervi essere dentro e sentire sul nostro corpo quella temperatura, quella consistenza, quella acquosità.
Questo è lo stato che genera l’opera d’arte, che genera la musica, che fa vibrare un testo: si può partecipare di una mela, di un temporale, dell’infinito, di un profumo. La creatività è refrattaria solo al primo stato. In esso non c’è speranza per qualsiasi manifestazione creativa. Il vero nemico della musica, dell’artigianato, del disegno, della chimica, e paradossalmente della poesia, è il linguaggio.
Quando si attivano i centri del linguaggio, situati prevalentemente nell'emisfero sinistro del cervello, si disattivano infatti tutte le funzioni intuitive, empatiche, geniali che sono il fondamento della creatività. Viceversa l’ultimo stato è, comprensibilmente, il terreno più fertile per qualsivoglia invenzione, è la dimensione nella quale si annulla la percezione del tempo, si dilata a dismisura il presente, si annullano le distanze e tutto l’universo, tutto l’esistente è qui, adesso, in una dimensione perfetta e non c’è assolutamente posto per i concetti, i giudizi, le norme, i pensieri. È la dimensione dell’unione, della comunione, della fusione degli opposti.
Molti scienziati, inventori, creativi amano raccontare della straordinaria unione con l’oggetto delle loro ricerche, come se “fossero una cosa sola”. È il sym-ballein, lo spazio del simbolo che ha in sé Senso-Significato-Segno ed è opposto al dya-ballein, il diavolo che è invece divisione, separazione. Quando si percepiscono gli oggetti, i problemi, le situazioni, i sentimenti con questa modalità così partecipata, se ne coglie l’essenza, il senso nascosto, l’anima. Ecco perché «La verità è invisibile agli occhi».
I LIBRI FONDAMENTALI


